Perché in una parte del globo si sono sviluppate culture collettiviste, mentre altre sono diventate individualiste? La cultura è modellata dal modo in cui la gente tradizionalmente si guadagnava da vivere, che a sua volta è influenzato dall'ecologia. Nell'Asia Orientale è tutta una questione di riso. Il riso richiede enormi quantità di lavoro in comune, non solo la semina e il raccolto, che si fanno a rotazione perché è necessario l'intero villaggio per raccogliere il riso di ogni famiglia

- Robert M. Sapolsky -

 

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Perché in una parte del globo si sono sviluppate culture collettiviste, mentre altre sono diventate individualiste? La cultura è modellata dal modo in cui la gente tradizionalmente si guadagnava da vivere, che a sua volta è influenzato dall'ecologia. Nell'Asia Orientale è tutta una questione di riso. Il riso richiede enormi quantità di lavoro in comune, non solo la semina e il raccolto, che si fanno a rotazione perché è necessario l'intero villaggio per raccogliere il riso di ogni famiglia

Nelle società individualiste, che includono (in diversa misura) i paesi scandinavi, e la maggior parte dei paesi di lingua inglese e tedesca:

- il focus principale è sulle priorità personali e sull'autorealizzazione: la gente apprezza la libertà e le conquiste individuali (le culture individualiste sono di solito culture del "fare": altamente strutturate, danno priorità ai risultati ottenuti rispetto al mantenimento delle relazioni sociali, ed enfatizzano l'importanza di essere attivi e produttivi);

- la percezione del sé è basata su tratti personali anzichè sul proprio ruolo sociale ("sono gentile" e non "sono un buon figlio", come ci si definirebbe in una società collettivista);

- l'indipendenza e la fiducia nelle proprie capacità sono importanti. Ci si aspetta che le persone si prendano cura di se stesse e dei familiari più cari, e che si assumano la responsabilità dei propri successi e dei propri fallimenti;

- il confronto interpersonale è serenamente accettato, gli individui sono incoraggiati ad esprimere le proprie opinioni e ad essere assertivi;

- il lavoro è spesso visto come un fattore chiave per la felicità, in termini di sentimenti derivanti da situazioni piacevoli (come ad esempio l’autocompiacimento dopo aver svolto un lavoro “ben fatto”), giudizi soddisfacenti, ecc.;

- la felicità è riservata a coloro che hanno successo o che si percepiscono come individui realizzati;

- il principale strumento di controllo sociale è il senso di colpa, "un sentimento che sorge quando violiamo gli standard assoluti di moralità dentro di noi, quando violiamo la nostra coscienza". Una persona può avvertire il senso di colpa anche se nessun altro sa del suo misfatto; questo sentimento di colpa si allevia confessando il misfatto e facendo ammenda. Le culture basate sul senso di colpa si basano su una convinzione interiorizzata che la paura di peccare sia la causa di buon comportamento, attribuito invece, nelle culture dell’onoro e della vergogna, alla paura di sanzioni esterne. Le culture del senso di colpa enfatizzano la punizione e il perdono come metodi per ristabilire l'ordine morale" (Paul Hiebert).

[Nota: le culture della colpa sono note anche come culture della dignità].

Nelle società collettiviste, che includono la maggior parte dei paesi latino-americani, dell'Europa mediterranea, dell’Europa orientale, il medio-oriente, i paesi asiatici e africani, le comunità tribali di tutto il mondo:

- il gruppo si prende cura degli individui, gli individui sono fedeli al gruppo (famiglia, famiglia allargata, tribù, organizzazione, ecc.) Il "NOI" ha la priorità sull'"IO": il benessere del gruppo è più importante degli obiettivi individuali;

- le persone si sforzano di preservare l'armonia e di rispettare la gerarchia all'interno della comunità;

- tutti sono propensi a praticare l'autocontrollo, poiché sono pienamente consapevoli dell'impatto che le loro parole e azioni hanno sugli altri;

- la percezione del sé è basata sul proprio ruolo sociale anzichè su tratti personali ("sono un buon figlio" e non "sono gentile", come ci si definirebbe invece in una società individualista);

- l'altruismo, la conformità, e la modestia sono altamente apprezzati: i successi individuali sono spesso ritratti come un risultato di circostanze esterne anzichè di meriti personali;

- la comunicazione non verbale è spesso mirata a prevenire la "perdita della faccia" (umiliazione pubblica);

- il principale strumento di controllo sociale è la vergogna, “una reazione alle critiche altrui, un acuto dispiacere personale per la nostra incapacità di essere all'altezza dei nostri obblighi e delle aspettative nei nostri confronti". Nelle culture orientate alla vergogna, ogni persona ha un posto e un dovere nella società. Uno mantiene il rispetto di sé, non scegliendo tra il bene e il male, ma comportandosi in modo da non deludere le aspettative altrui. Le aspirazioni personali naufragano nell'aspettativa collettiva. Coloro che falliscono spesso rivolgono la propria aggressività contro se stessi invece di usare violenza contro gli altri. Punendo se stessi mantengono il rispetto di sé davanti alla comunità, perché la vergogna non può essere alleviata, come la colpa, dalla confessione e dall'espiazione. La vergogna viene rimossa e l'onore ripristinato solo quando una persona fa ciò che la società si aspetta in quella determinata situazione". (Paul Hiebert).

Lo studio Globe sulla leadership globale (House & Javidan, 2004) fa una chiara distinzione tra collettivismo istituzionale e collettivismo intra-gruppo:

- il collettivismo intragruppo è "il livello in cui gli individui esprimono orgoglio, lealtà e desiderio di coesione verso le proprie oro organizzazioni o famiglie". Le società che ottengono un punteggio alto nel collettivismo intragruppo e (relativamente) basso nel collettivismo istituzionale possono essere trovate in America Latina, nell'Europa orientale, nell'Africa subsahariana, nel medio oriente, nell'Europa mediterranea; 

In-group Collectivism and (relatively) low on Institutional collectivism

 

- il collettivismo istituzionale è "il livello in cui le pratiche istituzionali organizzative e sociali incoraggiano e premiano la distribuzione collettiva delle risorse e l'azione collettiva". I paesi del cluster nordico sono un esempio di società che ottengono un punteggio alto nel collettivismo istituzionale e basso nel collettivismo intragruppo.

Nordic countries (Nordic cluster) are an example of societies that score high on Institutional Collectivism

Va menzionato il fatto che un basso livello di collettivismo intra-gruppo, dimensione culturale del progetto Globe, corrisponde, nel modello di Hofstede, a un orientamento individualista.


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Cluster sedi di culture collettiviste:

- L'Africa Subsahariana

- L'Europa Latina

- L'Europa Orientale

- L'Asia Sudorientale

- L'Asia Confuciana

- L'America Latina

- Il Medio Oriente

 

Cluster sedi di culture individualiste:

- Il Cluster Nordico

- L'Europa Germanica

- Il cluster Anglo-Americano

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Alcuni articoli che trattano le tematiche della colpa, dell’onore, e della vergogna, e le implicazioni di collettivismo e individualismo sulle rapporti umani in un contesto professionale, sono disponibili ai seguenti link (gli articoli sono temporaneamente disponsibili sono in inglese. La traduzione italiana verrà condivisa a breve):

 

- Social Connections, Harmony, Consensus: Confucian Beliefs and Business Culture in China, Japan and Korea.

- I/II: "Why Do We Work So Hard?” Motivation and Reward Across Different Cultures

- I/II: “Why Do We Work So Hard?” Introduction to Guilt and Shame Cultures

- Giving and Losing "face": Honour, Social Reputation and Networking in Asian Countries

- National Culture, International Business Strategy, and Common Misunderstandings Between the East and The West

- Shame Honor and Two Different Flavors of Collectivism

- Forgiveness in Individualistic and Collectivist Cultures

- The Impact of Cultural Differences On Visual Perception

- Challenges and Misconceptions in Intercultural Negotiations

- Narcissism and Competitive Communication in Individualistic Cultures

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FONTI:

- Derber, C. (2000). "The pursuit of attention: Power and ego in everyday life”. Oxford: Oxford University Press

- Foster, Joshua & Campbell, W. Keith & Twenge, Jean. (2003). "Individual differences in narcissism: Inflated self-views across the lifespan and around the world”. Journal of Research in Personality. 37. 469-486. 10.1016/S0092-6566(03)00026-6

Hostede, Geert H. (1997). Cultures and Organizations: Software of the Mind. New York: McGraw-Hill

- Keidan, A. (2015). "Meaningfulness, the unsaid and translatability: Instead of an introduction”. Open Linguistics, (1). doi: https://doi.org/10.1515/opli-2015-0023

- The Globe Project, Online: https://globeproject.com/

- Vater A, Moritz S, Roepke S (2018). "Does a narcissism epidemic exist in modern western societies? Comparing narcissism and self-esteem in East and West Germany”. PLoS ONE 13(1): e0188287.
https://doi.org/10.1371/journal.pone.0188287

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